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LA FORMULA UNO DA UN ALTRO PUNTO DI VISTA.

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L'analisi a freddo: Gp d'Italia

Il Gp di Monza è stato un viaggio nel tempo.

Indietro di un anno.

Per i tifosi Ferrari un doloroso flashback post-traumatico, sintomo di ferite (della passata stagione) mai chiuse e di certezze vulnerabili.

Ci sta. Dopo anni di sofferenze, prenderle così quando tutto stava andando per il verso giusto (vedi Spa) fa male e spaventa: il ricordo del passato è ancora fresco.

Se a ciò si aggiunge il fatto che la gara è quella di casa il rammarico aumenta.

Analizzando oggettivamente la gara ne viene fuori un quadro meno negativo di quello dipinto a freddo dalle emozioni: è stato un weekend (tra caratteristiche del circuito e condizioni meteo) particolare e come tale va preso.

Concedeteci di riportare una coincidenza che ci piace: il Gp di Spa, soprannominato “l’università”, ha fornito risposte razionali che rispecchiano i valori in campo, il Gp di Monza, soprannominato “il tempio della velocità”, ha fornito risposte inspiegabili, a tratti irrazionali, quasi mistiche.

Come sempre in questi casi, la cosa migliore è cercare le poche verità evidenti e interpretare la realtà partendo da quest’ultime.

1. A Monza il motore conta (e il Mercedes è ancora il migliore).

Un segno evidente di quanto affermiamo è la prestazione della Williams, che al momento dispone di una vettura quasi imbarazzante se si pensa al passato e che in questa gara è sembrata essere quella del 2014.

Non avendo portato pezzi nuovi questo salto prestazionale di quasi 1 secondo rispetto alle squadre vicine in classifica può essere spiegato solo da una netta superiorità della PU Mercedes di cui è fornita.

Alla base della deludente prestazione della Ferrari può esserci il fattore PU: la Ferrari è stata l’unica squadra a non introdurre una nuova PU in questo weekend e ha girato con una PU alla quarta gara e che ne dovrà fare forse ancora due (si sta cercando di migliorare l’affidabilità della quarta PU che potrebbe essere introdotta tra Sepang e Giappone).

Probabilmente Vettel e Raikkonen hanno girato depotenziati

2.A Monza l’efficienza aerodinamica conta (e la RedBull è messa bene a riguardo).

Già a Spa la RedBull aveva dimostrato di poter scaricare tantissimo le ali della sua RB13, una monoposto capace di generare tanto carico dal corpo vettura.

A Monza questa caratteristica ha permesso alle RedBull di girare con un ala posteriore quasi piatta grazie alla quale le velocità di punta a fine rettilineo si avvicinavano (inaspettatamente) a quelle della Mercedes, nonostante la “mancanza” di ala la vettura si è comportata bene sia in curva che in trazione.

La RedBull vista a Monza è sembrata quella del 2016 capace di avvicinarsi alle prestazioni Mercedes e di potersi mettere dietro la Ferrari.

Come già detto, questo weekend è stato particolare e i valori visti in campo non dovrebbero essere quelli reali (soprattutto per quanto riguarda la Ferrari).

Non sappiamo se la Mercedes sia tanto efficiente perchè già dal venerdì, grazie alla superiorità della sua power unit, ha potuto caricare le ali più degli altri (mantenendo comunque ottime velocità di punta).

La Ferrari fin da inizio stagione ha dimostrato di soffrire molto quando si scarica il posteriore e di dover lavorare tanto da questo punto di vista.

Ieri si è visto come non mai.

3. La pioggia del sabato ha fatto danno (solo ad alcuni).

E non ci stiamo riferendo alle qualifiche (dove comunque ha rimescolato le carte e regalato molte sorprese), ci stiamo riferendo alle Prove Libere 3.

Alcune squadre (Ferrari in primis) hanno sofferto il fatto di non poter lavorare ulteriormente sulla monoposto in base ai dati raccolti il venerdì.

Così le squadre che già dalle Prove Libere 1 avevano trovato la quadra del cerchio si sono ritrovate avvantaggiate sul passo gara.

Per quanto riguarda Mercedes e Ferrari, i due team in lotta per il titolo, questo fattore potrebbe aver inciso profondamente e aumentato il divario prestazionale: la storia di questa stagione ci insegna infatti che Mercedes è solita arrivare al venerdì con assetti ottimali (e quando non riesce a farlo ha molte difficoltà nel recuperare), la Ferrari invece difficilmente arriva preparata come si deve alle PL1 ma è la squadra che migliora di più tra il venerdì e il sabato

Probabilmente sono state fatte delle scelte sbagliate quando venerdì sera è stato cambiato l’assetto, scelte che non sono state mai provate sull’asciutto prima della gara.

Back to the future.

A Singapore si ritorna nel 2017 dopo questo breve (per fortuna) viaggio nel tempo.

2017: la stagione dell'equilibrio ritrovato.

La stagione che tanto ci piace, la stagione che oggi, onestamente, ci è mancata tanto.


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