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LA FORMULA UNO DA UN ALTRO PUNTO DI VISTA.

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Lezioni Universitarie.


Ci si aspettava una gara tiratissima, così è stato.

Il Gp del Belgio è la chiusura di un cerchio che tutti volevano e che a un certo punto era parsa lontana.

Già, perché a Silverstone sembrava finita.

La Mercedes risolti i problemi con le gomme sembrava esser tornata l’armata imbattibile del triennio 2014-2016, la Ferrari vietate alcune soluzioni ai limiti del regolamento (la scimitarra flessibile e la combustione dell’olio) non era più la splendida monoposto di inizio stagione, bilanciata in ogni condizione e gentile con qualsiasi mescola.

“La Ferrari non riesce a sviluppare la macchina nel corso della stagione”.

Il tormentone degli ultimi anni sembrava potersi ripetere ancora una volta.

E invece no, a Maranello qualcosa è cambiato, ed è cambiato profondamente: in una pista che si prometteva decisamente pro-Mercedes, Vettel è stato l’ombra di Hamilton e gli è rimasto attaccato fino all’ultimo giro.

Nelle ultime 3 stagioni, ma potremmo tornare anche più indietro, avremmo pagato per un duello del genere, tutti, indipendentemente dalla squadra che tifiamo.

E’ stato un thriller psicologico capace di alzare e abbassare continuamente il battito cardiaco di chi guardava, una gara difficile da analizzare a caldo: troppe emozioni, troppa incertezza, troppa tensione (quello che vorremmo vedere sempre).

Una gara che invece analizzata a freddo fornisce tanti spunti e tante risposte che da tempo aspettavamo e che solo il tempo poteva darci.

Risposte che arrivano in un weekend speciale da sempre, quello di Spa-Francorchamps, circuito soprannominato non a caso “l’università”: il più completo, il più amato, il più difficile.

Weekend che come sempre arriva dopo la lunga pausa estiva, l’ultimo (per questioni tempistiche) in cui si possono portare aggiornamenti che possano veramente cambiare le carte in tavola.

Risposte che diventano lezioni per il futuro (nelle università, di solito, si fa questo no?):

1. La pole conta.

A inizio stagione c’era un grosso sbilanciamento nelle prestazioni di Mercedes e Ferrari, la W08 di Hamilton e Bottas andava fortissimo in qualifica ma soffriva nel passo gara, la SF70H aveva caratteristiche opposte.

La pole sembrava aver perso importanza, soprattutto per la Mercedes che, anche quando scattava dalla prima posizione, non aveva la certezza di assicurarsi il gradino più alto del podio.

Nel Gp d’Australia Hamilton scatta primo ma arriva secondo, in Bahrain Bottas partito dalla pole termina addirittura terzo.

In Russia Vettel primo termina secondo e regala la prima vittoria a Bottas.

Non è più così, le prestazioni si sono avvicinate sempre di più, la Ferrari è cresciuta in qualifica, la Mercedes in gara, entrambe hanno perfezionato moltissimo il loro sistema di partenza (la Ferrari soprattutto) tra stacco frizione e softwares vari.

La partenza, praticamente identica, delle due Ferrari e delle due Mercedes.

Considerando che, con queste nuove monoposto i sorpassi non sono per niente facili (il DRS non ha più l’efficacia di una volta) partire davanti è fondamentale.

In Ferrari dovranno fare un ultimo sforzo da questo punto di vista.

2.La Ferrari ha bisogno di km/h sul dritto.

Primo giro: Vettel nonostante un'ottima trazione e la scia non riesce a passare Hamilton

Si parla spesso di motorone Mercedes, non è così.

O meglio, la Mercedes ha ancora un vantaggio in termini di potenza (si parla di 2 decine di cavalli circa) e in termini di efficienza (si utilizza più potenza per più tempo), ma non è solo la Power Unit a creare la differenza evidente prima delle Combes (Hamilton era così sicuro di tale differenza che ha rivelato di aver alzato il piede all’Eau Rouge per far avvicinare molto Vettel e costringerlo ad uscire a inizio rettilineo dalla scia) è la filosofia del progetto che crea tale differenza.

Il corpo vettura della Mercedes genera più carico aerodinamico rispetto a quello della Ferrari, ciò vuol dire che quando si corre sui circuiti veloci la scuderia tedesca può scaricare maggiormente le ali contando sul carico che possiede il corpo vettura (tale carico crea una minore resistenza all’avanzamento rispetto a quello delle appendici e delle ali).

Dopo la safety car Vettel su ultrasoft prova a sorpassare Hamilton su soft

Senza DRS il sorpasso non va a buon fine.

I rumor raccontano che proprio a Monza la Ferrari dovrebbe portare il suo ultimo aggiornamento alla Power Unit.

Le informazioni che circolano sono contrastanti, alcuni parlano di un aggiornamento che garantirebbe una decina di cavalli, altri affermano che si dovrebbe raggiungere la potenza della PU Mercedes.

Preferiamo non sbilanciarci, in Ferrari da inizio anno le bocche sono cucite come non mai e la questione sul consumo dell’olio potrebbe cambiare notevolmente i piani della Ferrari che a questo punto potrebbe addirittura ritardare l’introduzione di una nuova Power Unit.

La Mercedes, infatti, ha introdotto la Power Unit n.4 a Spa sfruttando un buco regolamentare che prevede che le nuove limitazioni entrino in vigore da Monza, in questo modo però si è preclusa la possibilità di aggiornare ulteriormente il motore, rumor odierni segnalano che i tecnici di Maranello potrebbero protrarre l’introduzione per renderla più consistente in termini di cavalli e più affidabile.

In vista di Monza preoccupa leggermente un fenomeno che abbiamo notato durante la gara di Spa: la velocità della SF70H calava leggermente a fine rettilineo.

Ciò può avere 2 cause, la prima è il fuel saving (in questo caso bisogna intervenire sui consumi e cercare di abbassarli) la seconda è una eccessivo utilizzo dei motori elettrici nella prima parte dell'accelerazione che porta a non avere più a fine rettilineo il loro supporto (un fenomeno soprannominato clipping, cronico nel caso della sf16h la monoposto Ferrari dell’anno passato) che non avevamo mai notato quest’anno (attenzione: è anche possibile che si stesse risparmiando carburante per averne di più al momento dell’attacco o che si stesse preservando l’affidabilità della PU)

3.La tensione è al massimo

Mai visto un Hamilton così.

Neanche le faide interne con Rosberg ce lo avevano mostrato tanto teso.

Perché Hamilton, vittorioso, getta i guanti nella stanza del pre-podio? Qual è il senso di tale condotta? Se lo sono chiesti in tanti.

A noi è sembrato che più che nervosismo o altro (c'è chi ha parlato di un Hamilton deluso per non poter andare in Ferrari) sia stato uno sfogo da rabbia agonistica dovuto allo stint finale dopo la safety car (praticamente più di 10 giri da qualifica) che avrà alzato al massimo il livello di adrenalina del campione inglese.

In ogni caso le immagini prima del podio sono da film con Vettel che fa notare ad Hamilton quanto fosse vicino e Lewis che, con un po' di arroganza, gli rivela di avergli calato una trappola.

Immagini che diventeranno storiche, ne siamo sicuri.

4. La Mercedes ha vinto la battaglia ma non la guerra.

Data la complessa aerodinamica delle nuove monoposto che viene fortemente disturbata dalle turbolenze create da una vettura che sta davanti, il fatto che Vettel sia stato attaccato agli scarichi di Hamilton significa che avesse un passo gara migliore (già evidente venerdì nelle prove libere).

Una situazione che si era già presentata nel gran premio d’Australia vinto non a caso da Vettel che in quella occasione ebbe la possibilità di superare Hamilton grazie a un undercut (non possibile in Belgio perché la Mercedes è entrata ai box troppo presto).

5. In Force India non ci sarà più lotta aperta.

E menomale.

E’ un peccato che una bella realtà come quella della scuderia indiana (che da anni spende quanto i team minori ma si piazza costantemente a ridosso dei più grandi) sprechi punti in questo modo.

Nel post gara il team manager Otmar Szafnauer ha confermato che Ocon e Pérez non saranno più liberi di darsi battaglia in pista.

E ci sembra giusto così.

6. La Red Bull se l'è cercata.

La monoposto Rb13 di quest’anno è stata presentata in modo particolare.

Per esorcizzare il numero 13, che nella cultura anglosassone è considerato tanto sfortunato quanto il 17 è stato realizzato un video il cui messaggio era chiaro: siamo più forti della sfortuna.

E gli si credeva, perché queste nuove regole sembravano fatte apposta per il genio di Adrian Newey, mago dell’aerodinamica.

Dopo 12 gare possiamo dire che è andata diversamente: non solo la macchina ha deluso le aspettative dimostrandosi un gradino più in basso rispetto a Ferrari (che l’anno scorso era stata superata in termini prestazionali) e Mercedes, in più gli scongiuri della presentazione sembrano aver avuto un effetto opposto:

Verstappen scuote la testa per l'ennesimo ritiro della stagione

Curiosamente i problemi si manifestano solo sulla sua monoposto.

I tecnici RedBull hanno confermato che si tratta di sfortuna

e che la questione non ha nulla a che fare con lo stile di guida dell'olandese.

7. La Power Unit Honda é ancora distante anni luce.

"Imbarazzante, veramente imbarazzante" il commento di Alonso via radio.

Ci si aspettava un aggiornamento importante per la power unit nipponica che spinge la monoposto McLaren.

Ancora una volta le aspettative sono rimaste tali.

E a Monza potrebbe andare anche peggio.

Già, Monza.

Il "tempio della velocità", il NOSTRO gran premio.

Un gran premio che ha rischiato di non esserci più già da quest'anno e che invece, come ha già fatto , continuerà a scrivere la storia.

E chissà che non possa farlo già da Domenica, i presupposti non mancano.


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