UNLUCKY: KIMI RAIKKONEN
La sfiga colpisce tutti, o almeno, tutti dicono di essere colpiti dalla sfiga (comoda e comune giustificazione per qualsiasi sbaglio/errore).
Nella maggior parte dei casi trattasi di semplice impressione, esempio di come l’essere umano sia un percettore attivo e di come, vedi Ligabue in “Cosa vuoi che sia”: “gli occhi fanno quel che possono/ niente meno e niente più/ tutto quello che non vedono/ è perché non vuoi vederlo tu”.
Ci sono poi altri casi, pochi, rari, in cui il verdetto è quasi indubbio: è sfiga, senza sé e senza ma.
E poi c’è Kimi Raikkonen.
In generale, Ice Man, è uno che divide: è difficile trovare suoi simpatizzanti, Kimi o lo ami o lo odi.
Quando si parla di lui il dibattito non manca mai, ed è un dibattito strano, controverso, in cui nessuno è mai pienamente convinto di ciò che dice, l’evidenza manca, scompare e spinge a una valutazione soggettiva che, inevitabilmente, divide.
Quando si parla di sfortuna, nel suo caso, la relazione causa-effetto non è chiara e non capisci se sia semplicemente sfortunato o se siano i suoi movimenti, le sue azioni, a creargli situazioni complicate.
Silverstone 2014, un esempio di quanto affermiamo: colpa di Raikkonen nel rientrare a tutta
velocità o semplice sfortuna nel torvare proprio lì un sobbalzo?
Proprio in questi giorni ha parlato di questo dicendo che i punti che ha ottenuto fin qui non rispecchiano affatto la sua velocità, abbiamo deciso così di analizzare la sua stagione per vedere quanto sia stata influenzata da sfortune, errori e inconvenienti vari.
Ovviamente è un’analisi che non vuole essere oggettiva perché non può esserlo, è impossibile non avere neanche un episodio sfortunato nell’arco di una stagione e in alcuni casi (in cui ha subito un incidente al primo giro) abbiamo dovuto ipotizzare la sua posizione finale basandoci su dati quasi inesistenti, sicuramente confutabili.
A queste due variabili si aggiunge il famoso "effetto farfalla".
« Si dice che il minimo battito d'ali di una farfalla sia in grado di provocare un uragano dall'altra parte del mondo »
(The Butterfly Effect, 2004).
Ogni evento, in un sistema complesso, influisce inevitabilmente su tutti gli eventi successivi.
Ciò in realtà influisce moltissimo sulle nostre supposizioni, spesso, ad esempio, la strategia dei rivali sarebbe cambiata se Kimi non avesse avuto una delle sue sfortune, e già questo cambia notevolmente i possibili esiti delle gare.
Il discorso è più complesso, ma ci vorrebbe troppo tempo per spiegarlo esaustivamente, magari in futuro faremo un articolo a riguardo.
Dunque mentre leggete l'articolo tenete a mente che trattasi di un gioco, immaginatevi un universo parallelo in cui Raikkonen è l’uomo più fortunato del mondo; nei prossimi mesi creeremo altri universi paralleli in cui altri piloti saranno tanto fortunati.
ANALISI
Se ne parla troppo poco, Kimi Raikkonen ha ottenuto ciò che meritava solo nei primi 4 degli 11 weekend corsi fino ad oggi: 4° in Australia e Bahrain, 3° in Russia, 5° in Cina (qui nonostante alcuni problemi con l’erogazione della potenza in uscita di curva 13 non ci è parso abbastanza veloce per poter andare oltre la 5° posizione) per un totale di 49 punti.
Dal 5° appuntamento, in Spagna, possiamo osservare una serie di gare in cui, per motivi di sfortuna o di strategia (con la Ferrari che lo penalizza sempre per alimentare la sfida nel mondiale piloti tra Vettel e Hamilton) non ha mai raccolto i punti meritati. Da qui inizia la nostra analisi:
Gp di Spagna
Al primo giro Kimi si ritrova, incolpevole, in una morsa tra Bottas e Verstappen in curva 1, il risultato è un ritiro a causa di un evidente danno alla sospensione sinistra.
Considerando il ritiro di Bottas (dovuto a problemi alla Power Unit e non a questo incidente) e alla netta superiorità di Ferrari nei confronti di Red Bull tra le curve del Montmelò (dopo il ritiro di Raikkonen, Verstappen e Bottas il terzo all’arrivo è stato Ricciardo, unico non doppiato a 75 secondi da Hamilton e Vettel) possiamo tranquillamente affermare che Raikkonen avrebbe potuto raccogliere la bellezza di 15 punti.
Gp di Monaco
Raikkonen arriva secondo dietro al suo compagno di squadra, qui ci sarebbe da aprire una discussione che potrebbe rivelarsi infinita.
La riassumiamo così: Raikkonen va ai box al giro 35, un giro dopo Bottas e Verstappen (strategia che ci può stare) e rientra nel traffico, Vettel resta fuori e ha la bravura di stampare 4 giri velocissimi mettendo a segno un overcut magnifico che di fatto gli consegna una meritata vittoria (il sorpasso non è comandato e probabilmente altri piloti non sarebbero riusciti ad effettuarlo dato il marcat degrado delle gomme).
In ogni caso se la Ferrari avesse fatto entrare ai box Vettel al giro 36 (come si fa di solito quando si sta dominando la gara con una doppietta) Kimi avrebbe quasi sicuramente vinto la gara.
In questo caso ci sentiamo di assegnarli 7 punti persi, ma è una scelta soggettiva che molti potrebbero non condividere data la difficile interpretazione della situazione.
Gp del Canada
Al terzo giro commette un errore banale, esce di poco e colpisce il muro, la sua gara può continuare ma il suo passo ne risulta penalizzato.
Quando il quinto posto sembra praticamente certo ha un problema ai freni che gli fa perdere 2 posizioni e 4 punti.
Gp di Baku
In Azerbaijan alla prima curva viene colpito da Valteri Bottas, riesce a continuare con la macchina danneggiata e mantiene una buona posizione, poi si ritira.
Viene esposta una bandiera rossa e in 10 minuti i meccanici del cavallino rampante sistemano la sua macchina, torna in gara, non riesce a sdoppiarsi dalla safety car e si ritira un’altra volta.
Senza l’incidente al primo giro causato da Bottas, Raikkonen sarebbe potuto arrivare 1° o 2° con una perdita di 18<X<25 punti.
Infatti i 2 principali contendenti alla vittoria, Hamilton e Vettel, per una serie di eventi che rimarranno nella storia della Formula 1 perdono la possibilità di vincere la gara, il britannico rientra ai box una volta in più rispetto agli altri perché si sta staccando il poggiatesta della sua monoposto, il tedesco viene penalizzato di 30 secondi per aver reagito con una ruotata a un tamponamento causato da Hamilton in condizioni di safety car.
Dall'on board di Vettel vediamo chiaramente che Bottas sale eccessivamente sul cordolo,
perde il controllo e sperona un incolpevole Raikkonen.
Gp dell’Austria
Ice Man arriva 5°, ma la strategia Ferrari lo penalizza fortemente, viene lasciato in pista per 42 giri nonostante delle gomme fortemente usurate con lo scopo di rallentare le 2 Mercedes e aiutare il compagno di squadra.
Questa strategia anche se non ha funzionato a pieno (Bottas raggiunto Raikkonen lo sorpassa dopo solo 2 giri e perde pochi secondi nei confronti di Vettel) ha permesso a Vettel, secondo al traguardo, di guadagnare più punti nei confronti di Hamilton.
La Mercedes, infatti, fa rientrare il britannico molto presto per superare Raikkonen grazie a un ben calcolato Undercut che gli permette di terminare davanti al finlandese ma che lo costringe a uno stint 40 giri su ultrasoft (troppi! arrivato infatti a fine gara dietro agli scarichi di Ricciardo non ne ha più per poterlo superare, terminando così 4° invece che 3°).
In questo caso non riusciamo a calcolare come sarebbe andata se la Ferrari lo avesse chiamato ai Box al momento giusto, la gara infatti è stata tiratissima con 2 duelli finali fantastici (Bottas vs Vettel per il primo posto, Ricciardo vs Hamilton per la terza posizione).
Gp della Gran Bretagna
dopo una gran gara, nonostante una Ferrari un po' deludente, è secondo a 10 secondi da Hamilton, a pochi giri dalla fine la catastrofe: a entrambe le Ferrari scoppia improvvisamente lo pneumatico anteriore sinistro, il Finlandese perde 3 punti arrivando terzo.
Gp d’ Ungheria
Vettel ha un problema allo sterzo e Raikonnen secondo potrebbe passarlo con facilità avendo un ritmo decisamente superiore ma preferisce il gioco di squadra a una vittoria quasi certa difendendo il tedesco da un arrembante Hamilton.
Perde così 7 punti e la possibilità di risalire sul gradino del podio dopo 9 anni.
RIASSUNTO
Dalla nostra ipotetica analisi ne esce fuori che Raikkonen, in un universo parallelo in cui la fortuna non sia cieca per lui, potrebbe avere tra i 170 e i 177 punti ed essere ancora in lizza per il titolo, con una Ferrari davanti nel mondiale costruttori.
Ovviamente trattasi di chiacchiere, la realtà è un’altra.
Pollard diceva: “Ogni sfiga da poi il piacere di raccontarla”
È cosi, le sfighe sono brutte da vivere ma belle da raccontare: creano storie interessanti.
E in estate, in questa lunga pausa estiva per resistere, se si è veramente appassionati, c’è bisogno anche di questo…