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LA FORMULA UNO DA UN ALTRO PUNTO DI VISTA.

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Debacle indefinita.


E' così il motorsport.

Imprevedibile, da sempre.

Sotto un'intensa pioggia oggi ci si aspettava una Ferrari competitiva, la monoposto italiana infatti sembra essere la migliore del paddock per quanto riguarda trazione e percorrenza curva, due caratteristiche che non devono mancare sul bagnato.

La realtà è stata un'altra: la monoposto italiana quasi non riusciva a stare in pista.

Vettel alla seconda variante non riesce è costretto a una doppia correzione

Un problema che in realtà si è manifestato soltanto in Q3, nelle 2 sessioni iniziali, infatti, Vettel aveva mostrato una buona velocità ed un buon ritmo soprattutto con le intermedie con le quali sembrava essere addirittura il più veloce.

Non abbiamo la certezza che sia così: Vettel è stato il più veloce fino all'ultimo giro del Q2 dove gli altri sono migliorati tanto e dove lui è andato lungo alla prima variante non fornendo così un riferimento valido.

Quando nel Q3 ha ripreso a piovere la Ferrari è sparita, terminando dietro a un Hamilton strepitoso (69esima pole in carriera, il miglior poleman della storia), le due RedBull (che però scatteranno nelle retrovie perché hanno omologato la quinta PU), un sorprendente Lance Stroll (che fin qui, Baku a parte, ha disputato una stagione pessima) e un meraviglioso Ocon.

Difficile individuare le cause della debacle rossa, lo stesso Vettel durante le interviste di rito ha ammesso di non avere una spiegazione per quanto successo.

La causa più probabile (e il fatto che Vettel andasse forte con le intermedie può essere una conferma di questa ipotesi) è che la SF70H non sia riuscita a mandare in temperatura le Pirelli Full Wet, condizione che invece si verificava con le intermedie.

Le gomme Pirelli, rispetto quelle del passato, hanno finestre di funzionamento (in termini di temperatura) che sono molto ridotte e che variano da mescola a mescola, quando non si riesce a portarle nel range ideale rendono qualsiasi macchina praticamente inguidabile (l'esempio migliore di questa situazione è il weekend di Singapore del 2015 dove le Mercedes, dominante e quasi perfetta in quella stagione, si qualificarono 5° e 6° a oltre 1,5s da Vettel, poleman con una monoposto buona ma nettamente inferiore).

Una seconda ipotesi potrebbe essere un assetto molto scarico in vista della gara.

Il fatto che la prestazione sia peggiorata con condizioni più proibitive supporterebbe questa eventuale possibilità.

Da scartare l'ipotesi che la Power Unit Ferrari abbia una erogazione della potenza eccessivamente brusca, dai video disponibili è facile notare che la SF70H sia inguidabile soprattutto in entrata curva.

Vettel in entrata curva alla Ascari

Sono solo ipotesi.

Le Formula Uno di oggi sono monoposto incredibilmente complesse: da casa possiamo soltanto ipotizzare e cercare di interpretare.

Domani, per impensierire le Mercedes, Vettel e Raikkonen dovranno passare immediatamente Lance Stroll e Ocon (impresa non facile perchè le Force India hanno le migliori velocità di punta in assoluto).

In base a ciò che abbiamo visto potuto osservare la Mercedes sembra essere favorita per la vittoria, Hamilton scatterà primo e al venerdì ha dimostrato di avere il passo migliore.

Gli uomini di Maranello sono comunque sembrati tranquilli a fine sessione e chissà che domani non ci possano essere nuovi colpi di scena.

E' così il motorsport.

Imprevedibile, da sempre.


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